martedì 19 aprile 2016

Divergent

Titolo: Divergent
Autrice: Veronica Roth
Editore: De Agostini
Genere: Distopico, Young Adult
Prezzo: € 14,90
Trama: Nella distopica Chicago di Beatrice Prior la società si divide in cinque fazioni, ciascuna dedicata alla coltivazione di una particolare virtù: i Candidi perseguono la purezza, gli Abneganti il disinteresse, gli Intrepidi il coraggio, i Pacifici la pace e gli Eruditi la sapienza. Durante la cerimonia annuale, tutti i sedicenni devono aderire alla fazione a cui intendono dedicarsi per tutta la loro vita. Per Beatrice, la decisione è un conflitto interiore che la costringe a dover scegliere tra sé stessa e i valori insegnatili dalla sua famiglia abnegante. Non si possono scegliere due fazioni, così Beatrice fa una scelta che sorprende tutti; anche se stessa. Durante l'iniziazione Beatrice rinomina se stessa Tris e lotta per determinare chi sono i suoi veri amici, ma Tris ha anche un segreto, quello più grande di tutti, inconfessabile perché in una società in cui il cameratismo è la più grande religione può significare la morte. Presto scopriamo attraverso i conflitti di Tris il marcio di una società troppo perfetta in cui lei stessa imparerà che un segreto così grande potrebbe aiutare a salvare coloro che ama.
 
 

Recensione

Ultimamente sembra che ogni nuovo distopico che compaia in libreria debba essere paragonato a The Hunger Games o a Divergent. Beh, sapete che vi dico? Questi romanzi se lo meritano!
Sono sempre molto affascinata dagli universi distopici, soprattutto in questo periodo, e in Divergent ho decisamente trovato quello cerco in un buon libro: azione, eroismo, una pacata spruzzatina di romanticismo (che non fa mai male) e una società interessante con una gerarchia sociale ben architettata.

Divergent ci proietta in un mondo in cui la società si basa sui valori: l’onestà, il coraggio, l’intelligenza, la pace e il disinteresse. Partendo dal presupposto che, se fossimo tutti liberi di poter scegliere qualcosa in cui credere, dovremmo dedicarci a questa virtù con tutta la nostra più grande passione e dedizione. Quindi cosa potrebbe mai andare storto?
La coscienza si incrina nel momento in cui siamo costretti a scegliere qualcosa, lasciandoci indietro qualcos’altro. Beatrice è combattuta tra il rassicurante mondo degli Abneganti da cui proviene e quello curioso, pericoloso ed eccitante degli Intrepidi.
Scegliere l’uno significa rinunciare completamente all’altro. La famiglia e la tradizione contro l’affermazione di sé stessi.
E’ interessante la scelta di una protagonista sedicenne, in tutto e per tutto alle prese con una decisone non poi così differente da quella dei sedicenni di oggi. L’adolescenza come paradigma della scoperta di sé stessi e il desiderio di mordere la vita con impeto e passione contro il parere di chi una vita l’ha già vissuta e spinge per scelte più pacate, con il pesante rimando alla sua esperienza.
Effettivamente non è facile per nessuno, ma per fortuna in questa realtà distopica il governo ti fornisce una prova attitudinale per aiutarti a determinare la fazione perfetta per te! Quello che purtroppo non dice è che le persone, a volte, sono troppo complesse per essere UNA cosa soltanto. Ed ecco che nascono i Divergenti.
Divergent articola tutta la sua costruzione narrativa sul tema del libero arbitrio e sul coraggio delle proprie scelte. Dunque, dato che sempre di coraggio si parla, quale pensate possa essere la scelta di Beatrice? Ovviamente Intrepidi!
In realtà ho storto un po’ il naso al pensiero che fosse una scelta ovvia, perché qualunque altra fazione avrebbe reso il libro molto noioso… Gli Intrepidi basano il loro rito di iniziazione su un mix di sport estremi, giochi di logica e concentrazione snervanti e una buona dose di sangue. Saranno i futuri vigili del fuoco, poliziotti o difensori della città di Chicago, ma l’impressione che si ha nel leggere i loro meccanismi di preparazione è che questo non si possa chiamare coraggio, ma tortura.
Si cerca di proteggersi dalla realtà aderendo ad una fazione con precise ideologie ma presto scopriamo che, anche all’interno delle singole caste, i dogmi vacillano e il benessere comune è rimpiazzato dal desiderio di prevalere e dall’acclamazione.
Non molto diverso da quello che possiamo incontrare in altri distopici come The Giver, o Hunger Games, con l’ulteriore similitudine che la protagonista accetta tutto questo come una naturale realtà sociale. Beatrice si unisce a questa follia collettiva, contraddicendo il principio di libero arbitrio in cui tanto aveva creduto nella prima parte del libro!
Wow! Questa sì che è distopia! E’ contraddizione, è realismo e personalmente non apprezzo mai i protagonisti troppo quadrati, con i loro principi incrollabili e nessuna fragilità umana! Ritengo dunque che il romanzo sia abbastanza solido, anche se confesso che avrei voluto vedere di più di questo mondo distopico dal punto di vista delle ambientazioni…
Voglio dire… la città come è fatta? E perché si è arrivati a questa tipologia di governo? Non vengono rivelati molti antefatti e la costruzione degli ambienti è abbastanza statica, infatti la maggior parte della trama si sviluppa nel covo degli Intrepidi. (Che poi, per quale ragione praticamente tutti fanno i tatuatori?!)
A parte questo ho apprezzato lo sviluppo dei personaggi e il ritmo della trama che non eccede né in velocità né in lentezza. Inoltre il finale è ben orchestrato perché ti fa proprio dire “Eh?!? E mi lasci qui così? Voglio di più!!”
Penso dunque che vedrete comparire i seguiti di questo romanzo di cui vi lascio un breve prospetto nell’elenco seguente:
  • Divergent
  • Insurgent
  • Alligiant
 
Consigliato per…
Chi ama rimanere in sospeso, per chi ha voglia di sentirsi un po’ eroe e per chi vuole accettare un buon consiglio perché non ne resterà deluso.
L'età raccomandata per approcciarsi a questo libro è dai 12 anni.
 

 
 
 

Nessun commento:

Posta un commento