Autrice: David Safier
Editore: Sperling & Kupfer
Genere: Umoristico
Prezzo: € 16,06
Trama:
La famiglia dei Wunschmann non è felice. Emma è una libraia frustrata
da un lavoro sull’orlo del fallimento e un matrimonio quasi in naufragio. Frank
è un marito senza stimoli per cui esiste solo il lavoro, la figlia Fee insegue
gli amori della pubertà senza porsi altri obbiettivi, a scapito della scuola, e
Max è un dodicenne imberbe troppo saputello che finisce regolarmente a testa in
giù nel gabinetto, vittima dei bulletti.
Se avete
amato film come “Little Miss Sunshine”, anche in questo romanzo vedrete come il
più assurdo dei viaggi possa arrivare a riunire la più slegata e rocambolesca
delle famiglie. Personalmente ritengo che, in questo intento, “Little Miss
Sunshine” abbia un ruolo di maggior rilievo poiché, per quanto assurdi siano i
suoi presupposti, non manca mai il realismo e una piccola vena cruda e amara
che caratterizza la realtà.
Ne romanzo di Safier, mantenere un contegno realistico, è decisamente l’ultima delle priorità. Infatti i Wunschmann si trovano trasformati in mostri e costretti a rincorrere una Baba Yaga a zonzo per l’Europa per pregarla di restituirgli le loro fattezze originali.
Dopo l’incontro di una vecchia amica di Emma che le sbatte in
faccia tutta la sua felicità, la famiglia parteciperà alla presentazione in
costume di un romanzo molto famoso con l’intento di risollevare le sorti della
libreria. Purtroppo qualcosa va storto: la festa, contrariamente a quanto
annunciato dall’amica, non è affatto in costume e i quattro si ritrovano come
dei perfetti idioti nei panni di una vampira (Emma), una mummia (Fee),
Frankenstein (Frank) e un lupo mannaro (Max). L’esito della serata è fallimentare, ma sfortunatamente l’apice
della frustrazione di Emma coincide con il fatale incontro con una strana
vecchietta che deciderà di dare una lezione all’intera famiglia trasformandoli
in mostri veri.
Recensione
Questo
romanzo non è assolutamente un capolavoro, ma se cercate una lettura piacevole
e poco impegnativa questo romanzo è sicuramente un valida scelta!
David Safier
è un autore tedesco noto per la sua spiccata ironia, che compensa con la poca
originalità delle trame dei suoi romanzi. Chi non è nuovo della filmografia di
Lindsay Lohan, avrà colto che questa storia è molto simile a quella del film
"Quel pazzo venerdì" e, effettivamente, come dargli torto?
Le analogie
sono spiccate sia per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, sia
per quanto riguarda il tema dello scarto generazionale tra i genitori che
spesso si dimenticano di essere stati giovani e i ragazzi che non comprendono
la maturità di chi ha ormai maturato un equilibrio e uno stile di vita più
pacato.
Personalmente
credo che l’intento di questo autore sia quello di scrivere delle parodie. Non si tratta di reali plagi, più che altro
dello scegliere delle trame a schema classico per soffermarsi sulla comicità
delle scene e sui sagaci scambi di battute tra i personaggi.
La
caratterizzazione dei singoli componenti delle famiglia è basata su diversi
stili di ironia che calzano a pennello con l’età e la psicologia ci ciascuno di
loro, creando un ordito interessante in cui è facile rispecchiarsi. Infatti, i
problemi di questi neo-mostri, non sono poi così differenti da quelli delle
famiglie di tutti i giorni: tra la sopravvivenza fra i banchi e la monotonia di
una serata di coppia consumata davanti ai talk show, ne scaturisce una sottile
critica alla famiglia moderna che sempre più spesso migra verso questo
stereotipo.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9U6gU0Dgq0TXSifde8joNmqOug5QAfchEoCGzKVaV_xINSxnkB_FM9lwLdm5f3-fCXme-zjqCvNQn4BDC1NjOs1-XYdvk4T9iqnhd2XCmMnJhVvEv-pv05B58qACG2_Me_QO-wkLyQ_Da/s200/little-miss-sunshine-urlo.jpg)
Ne romanzo di Safier, mantenere un contegno realistico, è decisamente l’ultima delle priorità. Infatti i Wunschmann si trovano trasformati in mostri e costretti a rincorrere una Baba Yaga a zonzo per l’Europa per pregarla di restituirgli le loro fattezze originali.
Su questo
punto avrei apprezzato maggiore fedeltà ai classici per quanto riguarda la
descrizione e le caratteristiche di ogni singola creatura mostruosa: la sete
vampiresca sedata con l’ingestione di una pillola sintetica, l’erronea
convinzione che Frankenstein sia il nome del mostro e non del suo creatore (a
questo ci tengo molto poiché Frankenstein è il mio classico preferito), oppure
il fatto che Max sia un lupo mannaro ma che rimanga in sembianze di lupo per
tutta la durata del romanzo…
Complessivamente mi sono
goduta la lettura di questa storia non priva di imperfezioni! Un pizzico di
fantasia e di comicità non fa mai male, nonostante ammetta di aver apprezzato
molto di più “L’orribile karma della formica”, del medesimo autore.
Consigliato per…
Chi ha
voglia si spegnere il cervello e farsi una bella scorpacciata di ironia. Per
chi ama tornare un po’ bambino e, sotto sotto, sa perfettamente che di streghe,
mostri e vampiri ne è pieno il mondo… bravi loro a non farsi scovare!
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