martedì 3 maggio 2016

Resta anche domani

Titolo: Resta anche domani
Autrice: Gayle Forman
Editore: Mondadori
Genere: Drammatico, Young Adult
Prezzo: € 7,00
Trama: Mia non ha mai sospettato di dover affrontare una scelta più difficile di quella di abbandonare la sua famiglia e il suo ragazzo Adam per inseguire il sogno di diplomarsi in violoncello alla prestigiosa Juiilliard School of Music. Eppure, l'imprevisto è sempre dietro l'angolo e l'anima di Mia si ritroverà a gialleggiare per i corridoi della terapia intensiva a porsi la domanda più grande di tutte: dopo che i tuoi genitori e il tuo fratellino sono morti in un indicente stradale, che senso ha restare? Attraverso i ricordi degli ultimi mesi trascorsi, Mia ci illustra con voce silenziosa quanto la sua vita sia stata piena di amore ed è proprio l'amore che le suscita di nuovo il desiderio così forte di continuare a lottare e a non lasciarsi andare.

Recensione
Ci sono due tipi di libri: quelli che non ti lasciano ricordi, con eroi fugaci e dimenticabilissimi che si struggono dietro storie d’amore tormentate e con buchi di trama evidenti. Poi ci sono i libri che ti toccano il cuore o che risvegliano in te sentimenti già provati, associati a forti emozioni, e  associati ad esperienze forti della tua stessa vita.
Purtroppo per me… questo libro appartiene alla prima categoria!
Avevo udito parecchio rumor su questo romanzo, soprattutto per il delicato tema che va a trattare: “Resta anche domani” tratta della perdita, della degenza e del desiderio di continuare a lottare per non morire.
La domanda implicita che il lettore si pone approcciando il romanzo è per cosa vale la pena di vivere? Un amore è abbastanza? Possiamo scegliere con lucidità se ci importa tornare in un mondo dove la nostra famiglia e tutti i nostri affetti saranno svaniti per sempre?
Mia ha diciotto anni e vive in una famiglia unita dall’amore per la musica e ha un ragazzo altrettanto conforme allo stile di vita della famiglia. Tra ex e neo promesse della musica punk, classica e neomelodica, lo sfondo di questo romanzo è un nucleo famigliare felice ed affiatato che accompagna con dolcezza la figlia maggiore nella scelta di dover accettare di essere ammessa ad una prestigiosa scuola di musica.
La Juilliard School of Music è un sogno nel cassetto che però, ad un tratto, sembra essere troppo grande; Mia infatti deve scegliere se trasferirsi dall’altra parte del paese per inseguire le sue ambizioni o restare per vivere la sua storia d’amore con Adam e seguire il suo cuore.
I numerosi flashback introdotti ci permettono di costruire questo spaccato della vita di Mia prima del suo come e, sinceramente, mi aspettavo di trovarmi con gli occhi gonfi di lacrime e di provare simpatia, compassione e affetto per la protagonista; ma non è stato così.
Ho trovato molto pesanti e pressanti i riferimenti al mondo musicale, a cui personalmente non appartengo ma che avrei apprezzato maggiormente se non fossero stati così presenti e un po’ inverosimili. Ad esempio, durante il primo contatto sessuale di Adam e Mia, trovo poco realistico che lui, per permetterle di rilassarsi, le domandi “Suonami come il tuo violoncello.";inoltre è abbastanza riduttivo lo stereotipo che una famiglia, per essere aperta, debba aver avuto dei trascorsi musicali punk con creste colorate e un eterno animo da teenager.
Ho trovato invece piacevole la storia d’amore tra i due protagonisti, non eccessivamente forzata, naturale e con un personaggio maschile decisamente ben costruito e realistico.
Adam è modesto musicista emergente che si appassiona a Mia durante le ore di prova musica passate a scuola e ben presto ne scaturisce una timida intesa che li accompagnerà durante tutta la durata del romanzo. Una relazione che, messa in discussione dal trasferimento alla scuola di musica, appare inizialmente così fragile, si dimostra invece forte e animata dai sentimenti più puri.
Chiedere di restare non è un atto egoistico, ma semplicemente un desiderio espresso a labbra serrate per paura di ferire l’altro. Osservando Adam attraverso gli occhi di una Mia quasi fantasma, in un limbo tra la vita e la morte, notiamo un tipo di bellezza che può emergere solo da un sentimento forte che non vede barriere tra risate e lacrime, nascita e morte. Amare e perdere.
Indipendentemente dal mio giudizio, immagino che il finale di questo libro possa suscitare nel lettore un gran senso di speranza. Nonostante il dolore e l’insicurezza della perdita si cerca di fare attento focus sui momenti felici che questa famiglia ha vissuto insieme, dando un grande valore alla qualità del tempo più che alla quantità di tempo stesso.
 
Consigliato per…
Chi ama la musica nel senso più ampio del termine, per chi vuole approcciarsi ad una lettura leggera e senza pretese con il rischio di sciogliersi in qualche lacrima. Sconsigliato per gli scettici, gli anti hippie e per i cuori di pietra come il mio.


Nessun commento:

Posta un commento